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’immaginazione. Come non chiedersi, infatti che cosa fare di una facoltà che nel secolo precedente era stata sviluppata sopra ogni altra e a cui si
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Seguitiamo a parlare della logica-immaginazione e della tecnica del Bernini ogni volta che parliamo di ideologia, sia pure in senso sociale o
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«primitiva forma»: espressione che con ogni verosimiglianza si riferisce solo allo schema basilicale a cinque navate; 2) che si rinunciò ai lavori del
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e la dislocazione dei monumenti funerari, a cui Borrornini attese durante il pontificato di Alessandro VII, quando aveva ormai perduto ogni speranza
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scrupolosamente da ogni accento celebrativo, oratorio, escatologico (e l’intendesse chi aveva orecchie per intendere); intreccia citazione e commento
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piana e trasversa, sdrucciola, di un pilastro arretrato. Non un fortissimo, ma una pausa. Così ogni colonna, invece di agire come fulcro plastico
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pittore: in ogni caso, uno dei suoi contributi essenziali alla poetica del Barocco. Infine, sol che si pensi alla vicinanza delle date, non è dubbio
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piani gonfi o depressi, dà ad ogni minimo risalto della membratura o dell’ornato un suo particolare accento luministico. Null’altro che questo modo
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mai compiuta anche perché, se mai lo fosse, finirebbe per l’artista ogni ragione di ricerca e quindi d’esistenza; e sarebbe, per di più, incomunicabile
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dalla loro dissoluzione, si da potersi considerare come il primo esempio di una composizione architettonica indipendente da ogni schema tipologico e
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costruzione esisteva una chiesa più antica, cui era legata una speciale devozione: ogni anno, in carnevale, vi si esponeva con grande solennità il Sacramento, a
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tendenza all’espansione e della tendenza alla contrazione dello spazio dà luogo: a) all’eliminazione di ogni struttura interna che fissi una misura e
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tutte quelle opere portano, per riflusso, contributi al progetto inattuato, ma questo non fa che complicare le cose: infatti, ad ogni ripresa
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convesse agli angoli impediscono l’incontro netto di piano d’ombra e di luce, e un forte cornicione, evidentemente privo di ogni ragione strutturale, riporta
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modo di progettare, che evita ogni a priori formale, mirando soltanto al fine. Quasi seguendo punto per punto i precetti della Rettorica aristotelica
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limiti, evita ogni allusione, non ha significati traslati, cangianti, eventuali. La pittura è il processo che distilla e spiega il senso dell’esperienza
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»: dissacra anche, ed anzi tutto, il binomio immaginazione-tecnica, negando al primo termine ogni valore rivelatorio ed al secondo la funzione di
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spazio ormai libero da ogni determinazione prospettica o architettonica. Ma sarà anche il Giudizio a esaurite la ricerca della plastica libera, anti
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; e, nello stesso trattato, si deduce ex silentio dalla mancanza di ogni interesse per le questioni di statica e di tecnica costruttive, che vengono
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diventa un criterio di metodo quando si traduce nel principio di valersi in ogni caso di materiali e di maestranze del luogo. La condizione della minima
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, l’attuazione del progetto perde ogni ragione d’urgenza e viene perciò sistematicamente posposta ai nuovi impegni di lavoro: se tutto si riducesse a
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L’atteggiamento, che potremmo chiamare pre-fenomenologico, del Guarini è chiaro già dalla cura con cui elimina dalla progettazione ogni pregiudiziale
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che, «liberi da ogni passione», sono «assai capaci nell’arte» (T. III, cap."III). Liberi da ogni passione significa liberi da pregiudizi, quindi anche
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fenomeno, ed ogni fenomeno è in qualche modo un miracolo perché la sua origine è sempre divina, non v’è alcuna ragione di distinguere la luce
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cui ogni forma-fenomeno rimanda immediatamente alla successiva. Si è già veduto, a proposito della ondulazione, come il Guarini arrivi fino a
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raggi intorno al mozzo d’una ruota: un’architettura a vedute a ventaglio, tutte angolari, in cui ogni minimo risalto viene a trovarsi esposto a un
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vista: la simmetria è così larga e slegata che le singole forme emergono dal contesto come gli «a solo» dell’orchestra. Come in musica, ogni forma deve
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somma di esperienze, perde ogni ragione e perfino ogni possibilità di essere quando l’arte venga pensata come «pratica» spirituale: allora ogni
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. In ogni caso il barocco di Carignano e il puntiglioso, aggrondato neoclassico del San Pietro a Ginevra non sono, nella storia dell’Alfieri, due fasi
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rococò: per ogni forma architettonica, anche per i più modesti particolari dell’ornamento, trova la parola classica giusta, con lo stesso scrupolo
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ogni caso, poi, il ritratto, non coinvolgendo alcuna tematica religiosa, è oggetto di libera critica; e di una critica che, implichi o non principi
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struttura stessa del cosmo; Michelangiolo vuole un’architettura-scultura, in cui ogni elemento possa trasformarsi in figura e ogni figura in elemento
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economicamente, socialmente e intellettualmente evoluta vogliono in ogni modo differenziarsi (lo si vede, per esempio, nel tecnicismo trascendentale
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valutazione dello spazio come funzione mentale, indipendente da ogni diretta apprensione sensoria.
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giardinaggio, Gilpin, arriverà a definirla semplicemente come «ricchezza della superficie». Lo stesso Richardson, poi, precisa: «bisogna che ogni
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posizione di primo piano: anche perciò il «pittoresco» è una vera e propria teoria della forma, e sia pure della forma pittorica. E poiché ogni forma è
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, ma dev’essere scoperto tratto per tratto, passeggiandovi dentro e passando di sorpresa in sorpresa, Chi vi si addentri, ritrova ad ogni passo qualcosa
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razionale, il «sublime» non conosce che l’«energia», come tensione interna indipendente da ogni controllo razionale. Più ancora: il «pittoresco» non ha
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opposti. Per la via del «pittoresco», Constable è arrivato a un criticismo pratico o operativo che, distruggendo progressivamente ogni pregiudiziale
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nella quale ogni tocco è scelto e deciso con una sicurezza e una giustezza straordinarie. Indipendentemente dal sentimento poetico che lo pervade
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natura, Ruskin erige a teoria della forma una poetica nata, come quella del «pittoresco», in netta contraddizione ad ogni preesistente teoria della
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largamente l’assenza di ogni altra bellezza e faccia perdonare ogni deficienza, allora la preferenza va data a Michelangiolo».
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spazialità puramente ideale, «separata da ogni materia» e perfino dalla fisicità di una profondità reale. Il passaggio dalla scultura all’architettura è
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’anima, amore come devozione del cuore e gentile perversione dei sensi e, in ogni atto, l’indugio del ritmo che prolunga nel tempo la durata d’immagini
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si erge, tanto più invade la dimensione di Dio: si crede solo e non s’avvede che Dio non soltanto d’ogni parte lo stringe, ma lo riempie di sé. Nella
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natura in ogni muscolo o nervo del loro corpo; e questa è la prima cagione del movimento nervoso che li eccita, costringendoli a una danza continua.
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trova in Shakespeare il tema più appropriato al proprio moralismo ribelle e sconfitto: tutto è sogno nel mondo, aveva ragione Calderon, ma ogni sogno
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Il tema era inconsueto, ed è escluso ogni riferimento a precedenti iconografici; ma aveva una giustificazione attuale. Il volo umano era l’idea fissa
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», che era al di là di ogni esempio storico, anche dell’antico.
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«virtuosa») che va da una spazialità tutta fatta di relazioni ad una forma-oggetto che risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un involucro
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